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dir niente mentre lui fa segno in su e ai lati con la siga-
retta in mano.
Roberta, vestita giusta, di lino, sta un po indietro, in
mezzo ai proprietari, o ai concessionari, riservata come
loro. Dopo gli si avvicina.
Sí, ma, Franco, senti un po ... pensaci bene, qui mi
sembra che siamo fuori un po tanto... prima che la città
arrivi fin qui...
Eh, ma l importante è che tutto questo spazio, dove
lo trovi tu da un altra parte?... Poi, qui fuori, non l hai
visto tutto il movimento, con le trattorie, e con le fabbri-
che, quante macchine...
Franco mette una mano sulla spalla del padrone e
vanno avanti cordialmente fino sulla soglia dell altro lo-
cale in costruzione.
Roberta li segue lentamente, abbastanza perplessa.
Quando si voltano per tornare si avvicina a Franco e gli
prende in mano un pezzetto di giacca.
Ecco... intanto ti sei macchiato. Appena comprato!
Ma tu sai che ti voglio bene sul serio? se no, non si
capirebbe piú niente, no?
Lo so, lo so. Ma non è mica colpa mia...
Verso sera, fa già buio, loro si stanno vestendo insie-
me, girando per la stanza semispogliati. Lei mette un
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Letteratura italiana Einaudi
Alberto Arbasino - La bella di Lodi
abito di seta a colori genere Emilio Pucci; lui, la giacca
blu coi bottoni di metallo; e insiste:
No, guarda, questo dovresti proprio vederlo anche
tu ... Finora è l unico che mi convince in tutto... già at-
trezzato fin da adesso per mettere a punto anche le mac-
chine da Mille Miglia...
Oggi lo sai che stavo mica bene, però domani c è
nessuno che ce l impedisce... Sto già bene adesso...
Dammi una mano qui dietro per piacere...
Lui batte una ginocchiata sul letto.
Ahia!... Prendi su uno scialle o un golfino, però,
perché con questo, qui se no stasera hai freddo...
Lei gli tira fuori una cravatta.
Questa qui di maglina di seta è quella che ti sta me-
glio... Allora sarà bene telefonare per combinare addirit-
tura domani mattina... Però, intesi: macchine da corsa,
noi, niente, e meno che meno correre te...
Son già d accordo, con loro, perché tanto devo an-
dar lí a verificare un impianto...
Ah, fammi il piacere, che mi si è fermato ancora
l orologio... Telefona giú al portiere e senti che ora è&
Lui chiama.
Senta un po ... che ora é, per piacere?... Ah, beh...
grazie... Eh, senta... com è il tempo, fuori?... Eh, beh,
pazienza ...
Riattacca. Poi:
Brutto, però, senza orologio... Non si sa neanche
l ora!
Franco e Roberta girano per un luminoso garage te-
neramente abbracciati, come due sposini in un esposi-
zioni di mobili di Cantú,
Lí adesso non guardare neanche, perché poi do-
vrebbe venire tutto diverso... Prova a immaginare: in-
tanto, piastrelle tutte bianche, per terra mattonelle tipo
cotto, di quelle rugose... L officina dovrebbe cominciare
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Letteratura italiana Einaudi
Alberto Arbasino - La bella di Lodi
lí, con da una parte, dopo l angolo, il tapis roulant che
gira per provare le sospensioni e i freni... Qui, pensa,
tutta la convergenza... Poi di qui voltano, e lí ti trovi di
fronte a tutta la zona elettrauto... Eh, cosa dici?... Anche
col laboratorio delle radioline, che non ce l hanno mica
tanti, ben fatto... E poi ci terrei proprio ad attrezzarmi
per la lucidatura e i colori... su tutte le riviste americane
c è che là se la sbrigano in cosí poco...
Nel garage non c è quasi niente, se non i muri. Il tono
di lui è tenero, appassionato, sincero. Lei dice continua-
mente di sí.
Io con i miei non ci voglio stare. Voglio stare con te.
Tanto, la mia famiglia sei te.
Ma, scusa, e loro cosa dicono?
Mi raccomando solo di stare attento a non farmi
prendere.
Perché?
Perché credono che sto via con la malavita.
La Roberta e la zia Giuseppina vanno attraverso i cam-
pi, chiacchierando intensamente e sollevando un gran
polverone, sulla strada non asfaltata, su una Flavia piutto-
sto vecchia guidata da un ex carabiniere con un Borsalino
in testa. E a ogni trattore che incontrano la zia fa rallenta-
re o fermare, si sporge fuori, e grida ai conducenti:
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